“L’arte reinventa l’Utopia” titola il magnifico articolo che il Corriere della Sera dedica oggi alla inaugurazione di PER APPIAM ’16.
Infatti, è così. L’arte è l’attività umana più vicina all’utopia.
Paul Klee diceva che l’arte non è rappresentazione del reale, ma è “rendere visibile l’invisibile”.
Ecco, è l’invisibile, è il non materiale (che deve essere ricreato e realizzato) il centro sia dell’arte che dell’utopia.
Perché l’arte dà, deve dare immagini alle realtà più profonde e universali: gli affetti, la tensione alla conoscenza, la ricerca della bellezza, la spinta alla trasformazione, le crisi, grandi o piccole, il superamento delle crisi, la certezza, l’incertezza, il rapporto, la separazione… la vitalità! Quella che Picasso chiama gioia di vivere, che non si sa cosa sia, ma è quella per cui appunto… noi, viviamo.
Certo, c’è chi ha dato sapientemente e genialmente il nome a queste realtà che non si vedono, ma che sono così reali e potenti da farci muovere, scegliere, rifiutare, amare… Parole nuove di una immensa scoperta.
Ma… tornando a noi: nel nostro piccolo con le immagini, così come i poeti con le parole, lo rincorriamo, questo mondo interno, e qui, con DISEGNARE L’UTOPIA, lo facciamo… controcorrente. Perchè accanto alla espressione di ciascuno di noi con la sua assoluta originalità, sta l’immagine complessiva di tutti, una grande composizione di energia: la libertà e il rapporto stanno insieme.
Roberta Pugno, dalla presentazione della mostra
L’oro…
Immagine densa Colore irresistibile
Nei sogni allude al desiderio L’altro come diverso da sé
Gli altri come utopia?
video realizzato da Cristian Rossi
Roberta Pugno ©