La donna e lo straniero

GALLERIA GRANELLI

LIVORNO

aprile 1999

Bandecchi & Vivaldi, Pontedera

testo
R. Ferrucci

 

 

 

da “CON GLI OCCHI APERTI E CHIUSI: L’ARTE DI ROBERTA PUGNO”

L’arte di Roberta Pugno si presenta all’attenzione critica come un evento insolito e come una ricerca profonda destinata a durare; un sapiente incontro di memoria e storia, mito e rito, un luogo magico in cui sperimentare emozioni autentiche e indimenticabili. Un’arte che si pone all’attenzione per l’assoluto rigore della sua poetica.
L’immersione nel tempo lontano degli eroi, il viaggio nei miti più antichi danno armonia e consistenza alle visioni dell’artista, permettendo di ottenere risultati fuori dall’ordinario, una persistenza dell’immagine che ha come valore aggiunto una eco profonda e millenaria.
Una pittura di sensazioni, di emozioni, di visioni che si affidano all’irrazionalità del cuore e del sentimento, una pittura quindi con gli occhi aperti verso l’esterno e con gli occhi chiusi a guardare nella propria interiorità.
È importante inquadrarle nella sua cronologia il lungo viaggio, cominciato all’inizio degli anni Novanta, di immersione nel mito di Gilgamesh, perché l’accostamento a questa figura mitica ha permesso all’artista di gettare lo sguardo dove l’ombra si addensa e altri non hanno il coraggio di guardare. E’ opportuno anche sottolineare che le opere più recenti nascono per gemmazione da questo viaggio iniziatico.
In particolare in questa mostra il confronto/scontro tra uomo e donna, tra presenza femminile e l’altro si risolve in una pittura ricca di sentimento e di passione.
L’immagine femminile è più definita e leggibile, mentre l’uomo è l’altro, lo straniero, presenza inquietante, ma carico di significato e portatore di misteriosa verità.
In questa logica si comprende la prevalenza del rosso, come passione e sangue nei dipinti dell’altro, dell’uomo, ma anche il prevalere di tonalità in nero per indicare il mistero e l’enigma. Tutta la pittura del maschile si muove in un clima eroico e misterioso: personaggi colti di spalle, raffigurati in strani movimenti, presenze fugaci che sembrano scomparire nel regno notturno. Dall’altra parte la figura femminile appare elemento solare e forza di vita. Ad indicare il fermento creativo, accanto ai toni di rosso ecco gli azzurri come colori dell’armonia.
La forza dirompente di questa pittura è proprio nel confronto degli opposti: uomo-donna, realtà-sogno, passato-presente, leggerezza-concretezza.
Siamo in una dimensione speciale anche per un altro motivo, è un operare ostinato, quello di Roberta Pugno, lungo, raffinato per lavori che sono destinati a durare nel tempo con il loro catturare le verità più segrete.
La cura minuziosa dei dipinti, di ogni particolare, la ricerca attenta e intelligente, da antica bottega rinascimentale, rimanda ad un senso dell’arte intesa come esperienza totale…

 

Riccardo Ferrucci

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