Pensiero interno

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA

SANT’IVO ALLA SAPIENZA

ROMA
aprile – maggio 2006

Litograf. Todi

testi
Luigi Londei
Giulia Quintiliani

 

tu sei il ventoda “ARTE CONTEMPORANEA AL PALAZZO DELLA SAPIENZA”

Le opere di Roberta Pugno vengono esposte nel seicentesco complesso borrominiano della Sapienza, così denominato perché sede, per parecchi secoli, dell’Università di Roma.
L’edificio assunse l’aspetto attuale per opera, appunto, di Francesco Borromini, a metà circa del XVII secolo: il celebre artista, oltre a realizzare la grande sala della biblioteca (che dal nome del papa allora regnante, Alessandro VII, assunse il nome di «alessandrina»), realizzò quello che è considerato uno dei suoi più grandi capolavori, cioè la chiesa di S. Ivo, concepita espressamente per servizio dell’Università, dei suoi docenti e dei suoi studenti.
L’austera architettura borrominiana, dopo aver visto avvicendarsi nei secoli numerose generazioni di professori e studenti, vide anche, negli anni Trenta del XX secolo, il trasferimento dell’Università nella nuova e funzionale «città» realizzata nei pressi del quartiere S. Lorenzo e l’insediamento, fra le sue mura, dell’Archivio di Stato di Roma, istituto che conserva le memorie documentarie della Roma e dello Stato dei papi e, per i periodi a noi più vicini, quelle della Roma italiana.
Una continuità, dunque, di destinazione a sede culturale che, pur nel cambiamento delle istituzioni, ha – si può dire da sempre – caratterizzato il complesso della Sapienza.
È in questo luogo, così carico di arte e di storia, che trova degna sede la mostra di una artista contemporanea, Roberta Pugno, che, con le sue fantasie ed i suoi colori, potrebbe sembrare lontana e diversa dal seicentesco contesto.
Diversa forse sì, ma lontana, paradossalmente, no: anche senza profonderci in retorici discorsi sull’unicità dell’arte, non vi è dubbio che questa mostra di arte contemporanea trova il suo ideale contenitore proprio in questa struttura antica che la valorizza senza soffocarla, che costituisce di per sé uno stimolo ed una occasione di riflessione per il visitatore il quale, vedendosi circondato da tanta bellezza, viene dall’ambiente stesso indotto a meglio approfondire ed apprezzare la proposta artistica di Roberta Pugno ed a ricongiungere quindi, in una ideale sintesi estetica, l’antico ed il contemporaneo!
Sintesi che senz’altro gioverà alla nostra pittrice, alla cui egregia opera auguriamo ogni migliore (e meritato) successo.

Luigi Londei

da “SINTESI DI REALTA’ DIVERSE”

Molto tempo prima di essere dedicato alla conservazione della memoria storica di eventi, luoghi e comunità, Sant’Ivo alla Sapienza fu quindi sede della prima Università romana, e perciò centro di studio, di ricerca e, come è ancora oggi, di pensiero.
Parliamo, in patricolare, di quella forma di pensiero che è un tutt’uno con la conoscenza, quel pensiero interno, per riprendere la straordinaria formulazione di Giordano Bruno, che può diventare parola parlata, parola scritta, racconto, interpretazione, ma anche immagine e soprattutto immagine artistica.
In una dimensione astratta di pittura che ha nel colore la sua pregnanza, dalle tele di Roberta Pugno emergono geometrie, forme, scritture e simboli, ma anche richiami figurativi, parti di volti, corpi di donna e un unico oggetto, reiterato come una ossessione: il libro.
La visione del mondo dell’artista ci viene incontro con immagini di forte presenza materica, lungo la linea di una storia che forse non è solo sua.
Come se l’uomo, aprendo varchi alla conoscenza e alle sensazioni derivanti da un nuovo spazio fisico prima di allora sconosciuto, riuscisse anche a creare una nuova conoscenza di sé.
Allora da parole semplici, isolate, quasi di uso comune, ecco nascere un discorso profondo e complesso capace di definire sintesi di realtà diverse, solo apparentemente contrapposte.
Seguire il percorso lungo l’ambulacro della splendida corte interna di Sant’Ivo, osservando e pensando, sarà occasione, più che di visita ad una mostra, di dialogo con l’artista, forse al momento non presente ma rappresentata dal suo pensiero.
Nell’allestimento si “entra” e si “esce” da ogni opera seguendo il filo tessuto da frasi scritte a sintetizzare una tela, a cercare la successiva, a creare continuità e rapporto.
Da una domanda si passa ad una risposta che somiglia più ad un’altra domanda, da una incertezza si passa alla certezza e viceversa.
Così, ad esempio, all’espressione nasce da dentro, si contrappone “Materia sensitiva”, l’mmagine ha un pensiero conduce a “Tu sei il vento”, e non ho più paura sta in equilibrio, quasi a confine, tra le parole d’amore “Ich liebe dich” e l’enigmatico volto di “Voce recitante”.

Giulia Quintiliani

L’IMMAGINE NASCE DA DENTRO.

DICE QUALCOSA, CI FA PENSARE.

L’IMMAGINE, QUELLA CHE PRIMA NON C’ERA,

ALLUDE AL DIVERSO, ALLO SCONOSCIUTO.

L’IMMAGINE PRETENDE IL MOVIMENTO.

DIPINGERO’ ALLORA

DI FORME GENIALI D’AMORE

SENZA RIUSCIRE MAI A RACCONTARE LA STORIA

DI CHI SA DELLA REALTA’ UMANA.

MA QUANDO HO IN ME LA FONTE PER ANDARE VERSO

I COLORI MI CERCANO

E UNA LINEA ROSSA

CHE SI PIEGA AD OGNI LATO DEL RETTANGOLO CHE INCONTRA

SUSSURRA SOTTILE:

NON HO PIU’ PAURA.

RASSEGNA STAMPA

PIANETA ARTE.COM new  8 aprile 2006
“Pensiero interno” una personale di Roberta Pugno all’Archivio di Stato

Sant’Ivo alla Sapienza ovvero l’Archivio di Stato a Roma ovvero la sede della prima università romana, ospita nell’ambulacro del primo piano, con affaccio al cortile e alla famosa architettura borrominiana, la personale dell’artista Roberta Pugno dal titolo bruniano “Pensiero interno”.
Ogni pensiero è interno, si potrebbe obiettare, e ogni vero pensiero interno è sempre un pensiero creativo che trova corrispondenza in un’immagine mentale che prima non c’era e che altri possono, una volta vista, comprendere. Così elabora le sue opere Roberta Pugno sul pensiero profondo e creativo di un personaggio, Giordano Bruno, che non si è accontentato dei pensieri degli altri, di quelli già pronti e soprattutto di quelli già pensati e specchiandosi in questa filosofia bruniana l’artista presenta una ventina di opere di recente produzione di grandi e medie dimensioni, realizzate nelle “classiche” tecniche miste usate dall’artista. Sono quadri che si attengono ad una orografia mentale, ad un paesaggio materico denso, che evocano pensieri mai statici ma che, come un magma vulcanico, si muovono fluidi ad altissime temperature. Proprio per questa caratteristica il prossimo venerdì 28 aprile alle ore 17,00 è stato organizzato un appuntamento con l’artista per una “ricognizione tattile” delle sue opere dal titolo “Immagini nel buio” particolarmente dedicata ai non vedenti che potranno toccare le opere e poterle “osservare” da vicino. Hanno presentato l’artista nell’antica Biblioteca Alessandrina: Rosanna Dominici, Orlando Paladino Segretario generale Unione Italiana Ciechi, Cristina Danese e Immacolata Mancuso.

M.P. Michiel

LIBERAZIONE Gli incontri  18 aprile 2006
“Pensiero interno” una personale di Roberta Pugno all’Archivio di Stato. Quando il pensiero dà vita alle immagini: un viaggio verso la conoscenza

Mentre la grande mostra a Villa Piccolomini sul pensiero filosofico di Giordano Bruno, personaggio simbolo della lotta per la libertà di espressione e di ricerca, diventa itinerante e viene ospitata presso Palazzo Altieri a Oriolo Romano (fino al 20 settembre), Roberta Pugno, pittrice impegnata sia per intensità di lavoro che per complessità di contenuti, propone ora una nuova personale nel cuore di ROMA, all’Archivio di Stato, nello splendido complesso della Sapienza Sant’Ivo. Lungo l’ambulacro della struttura secentesca verranno esposte oltre venti opere (tele o tavole dipinte a tecnica mista) appartenenti alla produzione più recente dell’artista, realizzate appositamente per lo spazio che le accoglie. Al centro della sua ricerca, che ha come titolo “Pensiero interno”, straordinaria formulazione bruniana, è ancora una volta il rapporto tra immagine («quella che prima non c’era …») e pensiero («l’immagine pretende il movimento…»), questa volta legato però al fare, all’espressività e alla creatività di oggi. Il pensiero dunque, quello profondo, quello creativo dell’uomo su se stesso e sugli altri, il pensiero che dà vita alle immagini e spinge al rapporto. Le opere, potenti nelle forme che sembrano voler uscire dai confini della tela, nei colori ora accesi, ora fluidamente tonali, nella materia densa e magmatica, raccontano della fonte invisibile da cui sgorga la gioia di vivere, raccontano del percorso tormentato dal non essere ancora all’essere, del viaggio interiore verso la conoscenza, verso il diverso da sé, verso lo sconosciuto. L’inaugurazione oggi alle ore 17.30 negli spazi della Biblioteca Alessandrina; la mostra prosegue fino al 6 maggio.

  1. Garzotto

LEFT  21-27 aprile 2006
La proposta

L’interessante mostra dedicata a Giordano Bruno, come figura chiave della ribellione umanistica e del “libero pensiero” che la pittrice Roberta Pugno aveva presentato l’anno scorso a Villa Piccolomini a Roma è diventata un appuntamento itinerante e, fino al 20 settembre – come prima tappa di un percorso che la porterà anche in altre città – approda nelle sale di Palazzo Altieri, a Oriolo Romano. Nel frattempo l’artista bolzanina (ma romana d’elezione), proprio a partire da una suggestiva formulazione del filosofo nolano che parlava di ”pensiero interno” ha sviluppato un nuovo capitolo della propria ricerca indagando il rapporto fra pensiero e immagini. Fino al 6 maggio, nelle sale della Biblioteca alessandrina dell’Archivo di Stato, una personale con una ventina di opere e un appuntamento speciale il 28 aprile con “Immagini nel buio” per sperimentare una lettura tattile delle opere.

  1. Maggiorelli

 

IL TEMPO  28 aprile 2006
L’arte è anche per i non vedenti

Dopo l’inaugurazione del 18 aprile, prosegue la personale di Roberta Pugno, “Pensiero interno”, all’Archivio di Stato fino al 26 maggio… Oggi alle 17 ci sarà la presentazione del catalogo che raccoglie le opere della mostra con testi di Luigi Londei, direttore dell’Archivio di Stato di Roma, e di Giulia Quintiliani. A seguire, “Immagini nel buio”, un incontro di lettura tattile delle opere con i non vedenti. Percorrere con le dita la materia sulla tela, ascoltando la voce di chi descrive e racconta ciò che in quel momento viene toccato, sarà un modo di avvicinare ad immagini di arte persone alle quali toccare pittura e scultura è praticamente sempre vietato…

PIANETA ARTE.COM  11 maggio 2006
La pittura di Roberta Pugno: la materia-infinito in un’immagine di favolosa regalità siderale

…La materia chiede a se stessa medesima, sopraffatta dall’ansia e dal desiderio e dalla volontà di gioire di tutte le cose come invase da una febbre di passione infinita. Essa è agitata, forte, opulenta ed espressiva, come la terra sotto l’ultima fiamma del sole. È sintomatico osservare come nella solitudine e nel silenzio dell’atmosfera vivente e misteriosa l’opera di Roberta Pugno torni alla anima-unitaria, avvinta dalla vitalità della natura naturante, ma distaccata nella contemplazione di distese fuggenti verso gli orizzonti-conoscenza, nelle ore della quiete e del tramonto, quando il paesaggio si trasfigura e si accende, come nel presentimento del crepuscolo e della notte. L’opera è testimonianza scottante del dominio artistico della Pugno: impianto di una congruenza fulminea, getto di luce, una palpitante oscillazione di toni emergenti e contenuti che anima la figura in movimento con le divesrse immediatezze cromatiche e pittoriche. Nella fisicità ragione-memoria, la pittrice rivela intelligenza e vitalità, e con una pittura ricca e luminosamente splendente ma anche con ombre scorrevoli e lambenti, ne ferma un’attenzione interiore che s’apre sul mondo con esperta consapevolezza…

  1. Garbuglia

WHIPART.IT fotoracconto  13 maggio 2006

Passeggiando nell’ambulacro del palazzo secentesco di Sant’Ivo alla Sapienza, vi sarà capitato in questi giorni di imbattervi in una mostra personale di Roberta Pugno che ripercorre la produzione artistica più recente della pittrice bolzanina. Le opere, alcune delle quali realizzate appositamente per l’occasione, hanno un forte impatto visivo. L’artista predilige una tecnica mista su supporti diversi: a volte si serve della tela, altre volte preferisce lavorare sulla tavola di legno. La sua ricerca, che stavolta si intitola Pensiero Interno, si avvale della densa materia che si impregna di colore e luce e diventa forma. Queste opere invitano chi le osserva ad essere toccate: difficilmente riusciamo a trattenerci di fronte a questa esplosione di colore e di segni che quasi fanno fatica a vivere esclusivamente sul supporto. Le figure che vengono tracciate dall’artista si pongono in stretta relazione con lo spettatore e chiedono di entrare in contatto con l’osservatore, che inconsapevolmente assume un ruolo”attivo”rispetto alla tela. In “Voltodoro” il volto, che ci si svela solo ad un secondo sguardo, è posto in primissimo piano, e ci appare carico di significati celati e di mistero: la materia si anima e ci restituisce il volto di una donna che con il suo sguardo intenso quasi ci invita ad entrare in contatto con lei. Le opere di Roberta Pugno, alcune figurative, altre astratte, colpiscono per la loro forza espressiva e per i molteplici significati che possono assumere. “Due soli” è un’opera astratta sulla quale l’artista lavora interpretando il colore viola, utizzato quasi come un monocromo, è animato da due sfere di diverse dimensioni, di colore giallo. Gli elementi geometrici ritornano spesso nell’opera della Pugno, e qui fuoriescono dalla superficie della tela e, trascinandosi dietro una scia gialla, si proiettano verso l’esterno…

  1. De Santis

 

PIANETA ARTE.COM news interviste  14 maggio 2006
L’IMMAGINE COME PITTURA MILITANTE.

Una delle tue ultime esposizioni è intitolata “Le immagini del rifiuto” ed è ispirata al pensiero e ai testi di Giordano Bruno. Quanto tempo ti è servito per meditare su questi testi e per far emergere le immagini che vediamo riprodotte nei tuoi quadri?

«Il lavoro è stato lungo come origine, come pensiero, è invece stato veloce nella costruzione materiale. Tutto parte dall’idea che l’umanità… a volte, per esempio chi ha di più, il filosofo, il medico, usa il suo pensiero per andare verso gli altri che possono quindi beneficiare di questa sapienza… parliamo di eroi, di sciamani, di ladri di fuoco e del grandissimo eroe che fu Giordano Bruno. Io avevo letto, studiato, discusso, interpellato anche Bruniani e poi è arrivata la produzione delle immagini… è stata una dopo l’altra, proprio solo il tempo materiale per costruirle. Quindi passavo da un libro ad un cerchio immenso, a dei segni ermetici, diciamo comunque per noi misteriosi o anche magici… E poi ho dipinto Giordano Bruno perché mi permetteva di coprirmi con il suo mantello per ribellarmi, e nel rifiuto, poter dire di no ad un discorso basato sull’inganno per sé e per gli altri. Il contenuto esiste e io ci metto a mio modo la vita. Altri l’hanno addirittura sacrificata. Quindi la mia è una sorta di pittura militante… ».

Per Giordano Bruno il senso della vista “è il più spirituale di tutti i sensi” tuttavia è difficile cogliere questo spirituale nella valanga di immagini fatue che ci investe ogni giorno: come selezioni le immagini che riservi alle tue opere e come si impongono su tutte le altre?

«Giordano Bruno parlava di senso interno così come parlava di pensiero interno e di occhi interiori. Quindi ipotizzava che sotto gli strumenti percettivi umani c’erano dei recettori, invisibili, però esistenti… che è poi il discorso di Gödel, ossia il metodo deduttivo, dell’ “indecidibile”: una cosa è vera finché non si dimostra il contrario e quindi l’invisibile non è che non c’è, è che non si vede e quindi devi dimostrare eventualmente che non esiste. Ecco in questo percorso di pensiero che corre lungo la storia, si può dire che le immagini sono quelle che si vedono con gli occhi profondi e riguardano quindi il rapporto dell’interno di una persona con l’interno dell’altra persona e la fanno muovere in un certo modo cioè facendo nascere dalla persona stessa il movimento, mentre le cosiddette immagini fatue di cui parlate… hanno questa caratteristica superegoica che costringono l’altra persona a muoversi, lasciatemelo dire, per identificazione e non per identità.… Per cui nel pitturare c’è una spinta interna che trascina con sé pensieri, energie per cui… quello è un quadro! senza dubbio! Cioè non c’è selezione, è all’origine la selezione. Il livello della coscienza, dell’utile, del calcolo, giustamente per la materialità,qui non c’entra. La dimensione dell’immateriale invece ha la potenza della luce, la si sente subito e quando prorompe esce l’opera, per cui come dire… dal mio punto di vista non ho quadri sbagliati, ho quadri dolorosi, ma non sbagliati».

Se “l’immagine è ciò che non c’è”, l’arte è sicuramente il miglior luogo per la produzione di immagini. Tuttavia nei tuoi lavori convive anche un pensiero matematico e musicale. E’ possibile questa impressione?

«E’ un bellissimo complimento… Il discorso di una matematica creativa che è filosofia… nel senso… la musica addirittura! Se la pittura è anche musicale vuol dire che funziona. Veramente. L’idea è della possibilità dell’assenza della scissione e quindi dell’idea della fusione. Io vado dal suono e poi scivolo dentro all’immagine visiva… oppure sono piccolissima però ho la sensazione dell’universo. Questa fusione mi dice che la realtà è la potenzialità che diventerà qualcosa… per esempio una immagine ».

Sempre a proposito di immagini: quando, come artista, sei folgorata da una “visione” come procedi per accompagnarla nel suo cammino da idea a oggetto d’arte visibile?

«Più che l’idea mi piace la parola pensiero perché pensiero è come la parola scrittura: indicano tutte una cosa positiva e creativa. L’idea invece può essere buona o cattiva. Come l’arte, non c’è l’arte negativa, non è arte. Così possiamo, esagerando, dire che non c’è l’immagine negativa perchè altrimenti è solo figura, involucro, contenente… Allora come fa il pensiero a trasformarsi in immagine?… Io mi muovo come una sonnambula nel senso che parto con i colori… so cosa sento ma non so cosa verrà fuori e come succede; finito un pezzo, che è anche molto lungo perché pretende giorni di lavoro o anche notti, … alla fine esiste un momento che è pura felicità».

La materia-infinito della tua pittura è un mezzo per “indagare la realtà sensibile”: nella tua ispirazione vale la ragione-ribellione alla guida della ricerca del vero?

«La ribellione nasce da una situazione non razionale: fare un quadro è come innamorarsi… nasce da una spinta che lega simultaneamente il rifiuto del negativo all’idealizzazione, a ciò che potrebbe essere, e solo dopo si tramuta in consapevolezza, quindi c’è questo percorso di portare l’invisibile al visibile, come diceva Paul Klee, e di portare tutto questo ad una forma di conoscenza e possibilmente di comunicazione».

Livio Garbuglia e M.P. Michiel

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